Il grande Michelangelo e il terribile Mosè. Parlare di un artista come Michelangelo, si sa, non è mai facile, proveremo dunque a farci piccoli piccoli di fronte a questo immenso artista e ad analizzare una tra le sue opere più austere: il Mosè.
Uno i tra i progetti più tribolati per quanto riguarda la storia dell’artista fu la tomba di Giulio II.
A Michelangelo venne affidato il compito di realizzare una monumentale tomba per il papa, da collocarsi nella tribuna della Basilica di San Pietro.
Michelangelo e Giulio II si accordarono sul prezzo della committenza (10.000 ducati) e sul progetto da eseguire: una struttura mastodontica di 10 metri di larghezza che si sarebbe innalzata per più di 8 metri di altezza.
Michelangelo partì dunque alla volta di Carrara per scegliere con estrema accuratezza i marmi che avrebbe utilizzato.
Impiegò otto mesi e quando, entusiasta e sfinito, tornò a Roma, la situazione che trovò era piuttosto diversa da quando era partito.
Scoprì infatti di essere diventato impopolare tra gli artisti che lavoravano a seguito del papa.
In particolare si pensa che fu il Bramante a distogliere l’attenzione del papa dal progetto della sepoltura, giudicato di cattivo auspicio per una persona ancora in vita.
Michelangelo, sentitosi minacciato dall’aria che si respirava a Roma, decise di fuggire nella sua amata Firenze.
Dopo qualche tempo, non senza essersi fatto pregare, perdonò il papa per l’affronto subito ricette la commissione della Cappella Sistina.
Giulio II, con un tempismo perfetto, morì proprio in quegli anni.
Gli eredi del Papa cercarono a questo punto di limitare i costi del dispendioso progetto, che verrà modificato altre tre volte prima di arrivare alla conclusione.
Il grande Michelangelo e il terribile Mosè
Un’unica opera resistette ai numerosi cambiamenti e ai lunghi 27 anni di lavori, il Mosè.
La bellezza, la forza, la potenza raggruppati in un’unica statua.
Il profeta è rappresentato in posizione seduta, con la testa barbuta rivolta a sinistra.
Il piede destro posato per terra e la gamba sinistra sollevata con la sola punta del piede posata sulla base.
Il braccio sinistro è abbandonato sul grembo, quello destro regge le tavole della Legge, mentre la mano arriccia la lunga barba.
Curiosamente, le tavole della legge sono rappresentate rovesciate, come se fossero scivolate dalle braccia del Mosè.
La statua, nella sua composizione, esprime la solennità e la maestosità del personaggio biblico.
Celebre lo sguardo definito terribile.
E’ stato interpretato come espressione del carattere di Michelangelo – irascibile, orgoglioso e severo – per il quale è stato coniato il termine terribilità.
Nonostante la sua terribilità, noi un’opera come il Mosè non ci stancheremo mai di guardarla a bocca aperta!