Le Tradizioni di Carnevale nella Roma dei Papi. A Carnevale è più che mai vero il detto Paese che vai, usanza che trovi! Ogni città ha la sua dose di tradizioni, travestimenti e dolcetti tipici per la festa più allegra dell’anno. Ma oggi vogliamo fare un salto indietro nel tempo per sbirciare tra le vie romane di qualche secolo fa, quando Roma era la capitale del Carnevale. Quello che vedremo ci lascerà senz’altro a bocca aperta!
Le origini romane del Carnevale
Non si sa quanto c’è di vero, ma tutto torna: il Carnevale è quasi certamente l’evoluzione cristiana di una festa pagana celebrata a Roma all’avvicinarsi della primavera. I Saturnalia, questo il nome dei festeggiamenti, coinvolgevano tutto il popolo romano in una grande festa lunga 7 giorni. Motivo dei festeggiamenti era l’auspicio di un buon raccolto per il nuovo anno ma la particolarità era un’altra. Durante i Saturnalia ogni gerarchia sociale veniva eliminata. Gli schiavi potevano insultare i padroni, le mogli potevano comportarsi da prostitute, i poveri potevano entrare ai banchetti dei ricchi!
Insomma si poteva decidere di essere qualcun altro. Da qui la tradizione di travestirsi per prendere le sembianze di un altro personaggio. Con l’avvento del Cristianesimo, i Saturnalia sono scomparsi per lasciare spazio al Carnevale, la festa che precede la Quaresima. Il Carnevale infatti è il periodo delle abbuffate e dell’abbondanza di cibo prima di cominciare il periodo di digiuno quaresimale. Ma la tradizione del travestimento è rimasta!
Il Carnevale nella Roma Cristiana
Oltre alle grandi mangiate di chiacchere, frittelle e chi più ne ha più ne metta, il Carnevale romano era famoso anche oltralpe soprattutto per due eventi: la Corsa dei Berberi e la Festa dei Moccoletti.
La corsa dei berberi è una folle corsa di cavalli che partiva da Piazza del Popolo e terminava in Piazza Venezia. I cavalli venivano lanciati in corsa e aizzati con punte di ferro mentre una folla in maschera, urlante e in delirio, si accalcava ai lati delle strade. Alla fine della festa, i feriti erano sempre tanti ma la tradizione fu interrotta solo nel XIX secolo per volere di Re Vittorio Emanuele, quando un ragazzo perse la vita sotto gli zoccoli di un cavallo. Dopo l’abolizione della corsa il Carnevale romano cominciò a cominciò a perdere la sua popolarità, tanto che oggi non se ne ha quasi memoria.
La festa dei moccoletti può sembrare meno pericolosa a prima vista, ma era in realtà teatro di trasgressioni e delitti. Tutti i romani uscivano in strada mascherati tenendo in maon un moccoletto, ovvero un lumino. Lo scopo era spegnere il lumino delle persone di sesso opposto e cercare di mantenere acceso il proprio. Ma, complici i travestimenti, la festa diventava spesso teatro di adulteri, orge e accoltellamenti!
Le Tradizioni di Carnevale nella Roma dei Papi: Papa Paolo III Farnese
Alessandro Farnese, divenuto Papa col nome di Paolo III nel 1539, era un uomo di grande cultura e amante del mondo classico. Cosa c’entra con il Carnevale? C’entra perché organizzò per ben 3 volte delle maestose feste di Carnevale a Roma nel corso del ‘500.Lo scopo era quello di esaltare la potenza pontificia e ribadire la supremazia della Chiesa Cattolica sul Luteranesimo e sui popoli musulmani.
Paolo Farnese chiamò i più grandi artisti dell’epoca per realizzare grandi carri trionfali decorati con capolavori pittorici e scultorei, di cui purtroppo oggi non ci resta niente. Le sfilate dei carri erano organizzate in modo da ricordare i trionfi dell’epoca classica, pompose e allegoriche. Il Papa infatti teneva moltissimo a sottolineare la continuità tra la Roma dei Cesari e quella dei Papi. Insomma, se oggi i Carnevali più belli del mondo sono a Rio e Venezia, un tempo era proprio quello di Roma!