Le Storie della Genesi nella Cappella Sistina, la grande opera di Michelangelo!
Le Storie della Genesi nella Cappella Sistina. Per questo appuntamento ci soffermeremo sull’analisi della scena biblica che riguarda la creazione degli astri e delle piante. L’affresco in questione fa parte del secondo blocco, fu realizzato infatti durante la seconda metà dei lavori, successivamente quindi all’autunno del 1511.
La scena vene dipinta da Michelangelo in sette giornate d’affresco, come è facile notare, le figure si sono ingrandite rispetto a quelle realizzate nel Diluvio Universale, di cui abbiamo precedentemente parlato.
Questa raffigurazione fa parte del gruppo di tre scene legate alla Creazione del Mondo. L’ordine del testo biblico vedrebbe la Separazione della terra dalle acque come seconda storia, ma Michelangelo si permise di stravolgerlo riservandolo a questo scenario. Il Buonarroti accorpa due momenti della creazione distinti in un’unica scena: a sinistra la nascita del mondo vegetale e accanto la creazione del sole e della luna.
E’ uno degli affreschi più intensi dell’intera Cappella Sistina e allo stesso tempo la rappresentazione è così essenziale da trasmettere un grande impatto estetico.
Le Storie della Genesi: la Creazione del mondo
Dio è rappresentato due volte e da due prospettive completamente diverse tra loro: Michelangelo utilizza questa visuale sia frontale che retrostante permettendoci di godere di questa immagine da più punti di vista, quasi come fosse una statua.
La figura di destra è straordinariamente potente, esprime la tipica “terribilità” michelangiolesca con quel bellissimo sguardo accigliato e severo spalanca le possenti braccia per creare il sole e la luna.
A sinistra invece, è intento nella creazione del mondo vegetale, è presentato di schiena e con l’indice destro che dà vita alle piante.
Le due figure sono collegate tra loro dal vento impetuoso che smuove entrambe le vesti, gonfiandone i panneggi e scompigliandogli la barba e i capelli.
Nonostante le due metà non siano perfettamente simmetriche, riescono ad esprimere una perfetta complementarità. Soffermiamoci un attimo sulla figura dell’Eterno. Il Dio intento a creare il mondo vegetale, come ho già detto è raffigurato di spalle e in forte scorcio, come se penetrasse nel fondo del dipinto e per quanto a noi possa risultare dinamico e potente, in realtà all’epoca, questa sua posizione ricevette non poche critiche.
Una rappresentazione del Creatore che ci mostra le terga e le piante dei piedi fu considerata poco rispettosa, in pochi si accorsero della magnifica composizione che Michelangelo fu in grado di attuare, rimanendo ingiustamente sconvolti da una messa in opera completamente innovativa.
Le Storie della Genesi: la figura di Dio
Per quanto riguarda la figura di destra, il Dio creatore del sole e della luna, Michelangelo riprende la tradizionale iconografia, che vede Dio anziano e con la barba bianca, ma gli conferisce una forza burrascosa.
Il volto di Dio, così come quello del putto davanti, è travolto da un fascio di luce che li rende ancora più espressivi, mentre la mano puntata verso il sole presenta una straordinaria naturalezza.
La cromia è tutta giocata sulle tonalità del violetto della veste del Creatore, colorazione ripresa anche nelle altre due scene della Creazione del Mondo.
Michelangelo aggiunge inoltre dei colori freddi che tendono al grigio e all’azzurro chiarissimo, con l’unica eccezione dell’intenso sole al centro, rappresentato come un disco dorato, mentre la luna ha la forma di una sfera perlacea.
Il genio di Michelangelo continua a sconvolgerci, stupirci e emozionarci nelle rappresentazioni della Cappella Sistina.
Rimanerne impassibili mentre la guardiamo è una sfida impossibile e non visitarla sarebbe un vero peccato!